sabato 29 novembre 2008

Storie e Cronache.

Abbiamo paralato fin ad ora di disegni, di nozioni tramandate verbalmente, di miti verbali e scritti.

Ma perchè possiamo sapere di tutto questo?
Perchè, grazie all'uomo stesso e alla sua voglia di tramandare le sue esperienze, si è arrivati a creare una vera e propria materia di studio la storia.

E che cosa sarebbe la storia senza gli uomini che ce la narrano, o la scrivono?
O peggio ancora senza un prof capace di trasmetterne il vero valore ?

Il popolo errante, inziò a scrivere le sue esperienze, lo fece basandosi, su quanto era stato tramandato, e su quanto stava vivendo. Scrisse inoltre una serie di regole comportamentali per rendere più efficente la convivenza, e naturalmente scrisse altro, molto altro.

Ma per il momento mi soffermerei su questi primi concetti. Il tramandato e l'esperienza.

Chiaramente il popolo errante, si sposta dai territori della Mesopotamia, fino Libano o alla Giordania o al più lontano Egitto.

Dove (ed è storia) si insediarono, ma per una sorte non troppo felice, diventare per lo più schiavi.

Da qui due forti teorie si cotrappongono:
  1. Schivitù ferrea.
  2. Schivitù con diritti.

La prima è quanto ci è narrato, sia dai "testi sacri", sia da molti libri di storia, e apparentemente
è la più plausibile.

La seconda è frutto dell'analisi di alcuni Egittologi, è sicuramente meno diffusa, ma è chiramamente di considerevole interesse.

Il popolo errante, di certo non aveva grandi conoscenze se non nel campo dell'agricoltura o nell'allevamento (specialmente ovino). Nella maggior parte delle dinastie e in ciò che esse ci hanno tramandato, lo schiavo in egitto, appare come una figura preposta a lavori di fatica,
a sforzi fisici e in rari casi a lavori di differente portanza.

Non è difficile però intuire che una comunità errante (anche se stabile) non possa vantare un numero elevato di componenti.

Ma è altresì semplice fare un conto anche sommario di quanti schiavi potessero servire un
una realtà come l'egitto.

Una famiglia del ceto più basso, non poteva permettersi schiavi...
Una famiglia del ceto basso, poteva permettersi una persona di fatica...
Alcune famiglie del ceto medio avevano o potevano permettersi 2 o 3 persone di fatica...
I nobili, potevano permettersi da 5 a 10 persone di fatica...

Ho volutamente usato il termine permettersi, perchè la storia non sempre ci insegna proprio tutto. Era un diritto avere delle persone di fatica, ed era un dovere dar loro vitto e alloggio.
Si comprendo che non sia eticamente corretto, e comprendetemi se vi dico che anche a me
non piace l'idea di parlare di diritto alla vita durante la schiavitù.

Era altresì un uso diffuso cambiare la propria persona di fatica quando questa veniva meno ai suoi incarichi, o quando la sua età non gli consentiva di svolgere ulteriori pratiche.

Orribile davvero orribile.

Tuttavia non abbiamo ancora menzionato tutti gli altri schiavi presenti sul territorio, tutti quelli impiegati nell'edilizia, e credetemi potevano solo essere tanti.

E bene .. chi erano questi schiavi?

Per lo più prigionieri, molti provenienti dal sud dell'africa, molti da popolazioni nomade, e una piccola parte era costituita dal popolo errante.

Popolo per di più fatto da persone mal nutrite, deboli, e con un'organizzazione piuttosto rudimentale, tuttavia molto intelligente.

Poteva questo popolo finire a fare lavori di fatica? Qualcuno ipotizza, e mi piace pensare che non
si sia allontanato dalla realtà, che questo popolo fu si reso schiavo, ma operò sempre nel suo settore, come agricoltore, e come allevatore.

Con la possibilità di ritagliarsi nel tempo degli spazi e dei diritti.

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